Modena

Duomo di Modena

Il Duomo, monumento simbolo della città, è il prototipo dell'architettura romanica emiliana. Iniziato nel 1099 dall'architetto Lanfranco, fu consacrato nel 1184. La facciata è tripartita e nella sezione centrale è presente un grande rosone gotico mentre il portale maggiore presenta alcuni dei capolavori scultorei di Wiligelmo. Unita alla cattedrale da due archi si innalza la torre campanaria, detta Ghirlandina, alta 86 metri. La Torre Civica, con il duomo e la Piazza Grande della città, è stata inserita dal 1997 nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

FILM GIRATI IN QUESTA LOCATION:

Don Zeno, l'uomo di Nomadelfia

REGIA: Gianluigi Calderone
ANNO: 2008

Dopo il seminario Zeno Saltini è assegnato alla parrocchia di un paesino nel modenese. Ben presto don Zeno conquista la popolazione con azioni innovative e prende a vivere con sé  ragazzi poveri e senza famiglia. Il paese gli è vicino e cerca di aiutarlo come può, anche durante il tragico periodo del fascismo, dei bombardamenti e della guerra civile. Don Zeno realizzerà infine il suo sogno: fondare Nomadelfia, una comunità cristiana unica al mondo.

scheda del film

Segni particolari - Appunti per un film sull'Emilia Romagna

REGIA: Giuseppe Bertolucci
ANNO: 2003

Percorso poetico del luogo/nonluogo Emilia Romagna commentato da Carlo Lucarelli con letture di autori noir emiliano romagnoli. Sono presenti brani tratti da: "Quando il Po è dolce " di Renzo Renzi, 1952 "Piccola Arena Casartelli", Aglauco Casadio, 1960 "Casalmaggiore", Cineteca di Bologna, 1910.

Un documentario che fa parte di Via Emilia, un progetto di quattro film sull’Emilia-Romagna sviluppati a partire da spunti di altrettanti scrittori originari della regione, a ciascuno dei quali è stato chiesto di raccontarla dal proprio personale punto di vista. Qui è il giallista parmense Carlo Lucarelli a parlare della “sua” Emilia: il risultato è stato definito dallo stesso Bertolucci «un privatissimo capriccio emiliano, […] un piccolo film cresciuto nella mia testa un po’ come la partitura di una canzonetta, come una filastrocca di suoni e immagini, di microstorie e di versi d’occasione». Il mediometraggio è in effetti un singolare affresco sulla regione, vista come «una megalopoli virtuale» ricca di fascino, ma anche di contraddizioni; non ci sono pretese di oggettività documentaristica né di sintesi del materiale girato (di vario tipo e provenienza), è piuttosto privilegiata la testimonianza soggettiva alternata a storie appena accennate, scampoli di film, canzonette e ballerini.

scheda del film