Via Castiglione
Una delle vie più ricche di edifici storici del centro di Bologna, via Castiglione si sviluppa dalla Porta Castiglione, della seconda metà del XIII secolo, fino alle due torri. Lungo la via si trovano tra gli altri l'ex Chiesa di Santa Lucia, ora adibita ad Aula Magna dell'Università, il Liceo Luigi Galvani e Palazzo Pepoli Vecchio, ora Museo della Storia di Bologna.
FILM GIRATI IN QUESTA LOCATION:
Una bella grinta
A Bologna l'ambizioso Ettore Zambrini vorrebbe far fortuna, e non contento di possedere una piccola azienda di prodotti tessili, imposta un grandioso stabilimento mentre è già finanziariamente allo scoperto. Anche con la moglie Luciana, il suo atteggiamento è stato di egoistico possesso, con la conseguente separazione di fatto e il tradimento della moglie con uno studente. Quando Luciana accetta di tornare da lui, Ettore è nel pieno della crisi finanziaria. Scoperta l'identità dell'amante della moglie si libera di lui. Un anno dopo lo troviamo insieme all'impellicciata Luciana presso la nuova fabbrica dove troneggia il suo nome.
Il commissario De Luca
Miniserie televisiva di 4 episodi: Carta bianca, Estate torbida, Indagine non autorizzata, Via delle oche
Si raccontano dieci anni cruciali della storia d'Italia, attraverso l'esperienza di Achille De Luca, Commissario della Polizia Fascista nel primo episodio (Indagine non autorizzata, addirittura divenuto famoso per aver salvato la vita a Benito Mussolini nel secondo (Carta bianca), in fuga dalla polizia partigiana subito dopo la fine della guerra nel terzo (Estate torbida), commissario della Repubblica Italiana, finalmente di ritorno nella sua Bologna dopo due anni di esilio forzato in commissariati di paesini sperduti nell'episodio conclusivo (Via delle Oche).
Dichiarazioni d'amore
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Fatti di gente perbene
Hanno rubato un tram
Cesare Mancini, conduttore di tram, è un abilissimo giocatore di bocce; e questa sua non comune abilità finisce coll'irritare il controllore, inducendolo a notare e segnalare inesorabilmente ogni infrazione al regolamento, commessa dal Mancini. Accade un giorno che Mancini, in un momento di distrazione, investe una donna. La cosa non ha gravi conseguenze; ma il controllore non manca di segnalare immediatamente il fatto alla direzione, che priva Mancini del grado di conduttore facendone un bigliettaio. Mancini sopporta a stento la degradazione inflittagli: la sua irritazione si rivela nel contegno di fronte ai passeggeri, che provoca nuovi rapporti sfavorevoli. Mancini cerca di correggersi; ma una domenica il suo tram è preso d'assalto dalla folla. Succede un parapiglia, il controllore rimprovera Mancini, che seccato abbandona la vettura. Questo gesto gli vale la sospensione dal servizio per tre mesi. Mancini nasconde alla famiglia i suoi guai, ma la verità viene a galla. In un concorso per l'elezione della reginetta dei tramvieri, risulta vincitrice la figlia di Mancini; ma, conosciutasi la particolare situazione del padre, l'elezione viene annullata. Mancini, dopo aver vagato per la città, si sente portato da una forza irresistibile al deposito, dove s'impadronisce di un tram, che guida in una corsa senza mèta, raccogliendo una piccola folla di passeggeri. La polizia, avvertita, arresta il Mancini. Al processo la favorevole deposizione del controllore fa assolvere l'imputato, che viene riassunto in servizio.
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Un matrimonio
La lunga storia d'amore di due bolognesi, Francesca e Carlo (ispirata a quella dei genitori del regista), dal 1948 al 2005, anno in cui festeggiano le nozze d'oro. I due, superando numerose difficoltà, dalle differenze politiche e sociali, alle diverse relazioni che, nei momenti di distanza, hanno entrambi intrapreso, fino all'opposizione dei genitori di lei, riescono infine a sposarsi. Il matrimonio verrà coronato dall'arrivo di due figli, più l'adozione di una terza, che è anche la voce narrante della serie.
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La neve nel bicchiere
Trent'anni di vita di una famiglia contadina della Bassa Padana tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento: Nullo, il capofamiglia e i suoi figli, Venanzio e Ligio, scariolanti, costruiscono canali e argini per salvare quelle terre dalla palude. Le loro vicende personali, le loro fatiche e pene quotidiane si intrecciano con le prime lotte sociali e politiche per migliorare le condizioni di vita, che culminano nel 1914 nella "Settimana Rossa". Arriva la Grande Guerra: Ligio non tornerà dal fronte. Il suo posto, nel lavoro dei campi, viene preso dai figli di Venanzio, Giovanni e Giuseppe. Alla fine del conflitto si riaccendono più aspri i conflitti sociali e Venanzio vede allontanarsi sempre di più i suoi sogni di un futuro più giusto. Mussolini prende il potere. Venanzio non può rinunciare alla speranza: sarà Angiolino, il suo terzo figlio, a incarnarla.
Rossini! Rossini!
È l'inverno del 1797. L'esercito austriaco e quello francese, guidato da Napoleone Bonaparte, combattono in Italia. I francesi, vittoriosi, occupano il Lombardo Veneto, l'Emilia e arrivano nella cittadina di Pesaro. Qui, di fronte ad un generale francese, si presenta Giuseppe Rossini, detto Vivazza, banditore comunale che, con entusiasmo, si assume il compito di annunciare ai suoi concittadini la liberazione della città. L'indomani è ancora Rossini-Vivazza a dirigere la banda. Fra i musicisti, il figlio di Vivazza, il piccolo Gioacchino che suona con molta concentrazione la grancassa. Al termine della fastosa cerimonia, il generale francese regala all'imberbe Gioacchino una moneta d'oro. Molti anni dopo, nella villa di Passy, è ancora Rossini, ormai anziano, a rievocare questo ricordo della sua infanzia. Racconta la sua vita, mescolando passato e presente. Dall'arresto del padre, alla fuga a Lugo di Romagna, dai primi entusiasmi verso la lirica alla sua prima opera importante rappresentata a Venezia, dall'incontro con Maria Marcolini a quello con Isabella Coldran, sino al suo approdo definitivo in Francia.