Balsamus, l'uomo di Satana
REGIA: Pupi Avati
ANNO: 1968
Un interessante esperimento produttivo, realizzato da un regista esordiente e con attori semiprofessionisti. La vicenda è densa di significati:
si tratta di una trascrizione in chiave moderna della figura di Cagliostro, che però non somiglia affatto all'uomo affascinante dell'antica leggenda. Il nostro è brutto, deforme, vive isolato in una villa di campagna sostenendo di far miracoli ed estorcendo così alla rozza plebe fior di quattrini. Poi, impensatamente, un miracolo accade davvero, e la tragedia esplode in pieno. Il film è stimolante, colto, con riferimenti più o meno palesi a grandi opere di maestri del cinema, che il debuttante Avati ha però saputo personalizzare, aiutato da un gruppo d'interpreti efficacissimi.