La califfa
Anni Sessanta. Irene Corsini, che a Parma tutti conoscono come “la califfa”, è una giovane e spregiudicata operaia che vive nell'Oltretorrente, la riva sinistra del fiume Parma, ovvero nella zona popolare della città.
Rimasta vedova dopo la morte del marito, ucciso dalla polizia durante un'accesa manifestazione operaia, diventa in seguito l'amante del suo nemico di classe, il proprietario della fabbrica in cui lavora: Annibale Doberdò, uomo d'affari, tipico self made man, è l'industriale più potente della città emiliana, alla cui ricchezza ha contribuito in modo determinante; ha avuto anche lui un passato da operaio, le proteste dei lavoratori non gli sono quindi indifferenti.
Complice il forte sentimento che lo lega alla califfa, si decide presto a operare scelte da lui definite «umanitarie», che se da un lato sembrano porre fine alle continue ribellioni degli operai, dall'altro, in ambito industriale, provocano nei suoi confronti diverse inimicizie che non saranno prive di importanti conseguenze.