Federico ha avuto l'infanzia e l'adolescenza da un lato travagliate, combattute, traumatizzate, dall'altro esaltate dalla grande avventura di un padre eroe, che ha dedicato tutta la vita ad un ideale. Protagonista della Resistenza, ha combattuto la dittatura fascista, è stato in Spagna, è andato al confino. L'avventura di questo suo padre ha esaltato la mente di Federico, ma gli ha anche portato molti dolori, persecuzioni, umiliazioni, difficoltà di ogni genere. Federico, una volta raggiunta la maturità, cerca di vivere riproducendo l'alto esempio morale del padre, ma si accorge di muoversi tra uomini che gli impediscono di emergere eroicamente sugli altri e si ingenera in lui un tale processo di decomposizione psicologica da ridurlo al ruolo di parassita. Parassita di un essere umano in cui vede esattamente l'opposto di quello che è stato lui, cioè di Giovanna - appartenente ad una famiglia dell'alta nobiltà romana - che presenta anch'essa caratteristiche simboliche. Giovanna infatti è cresciuta lontana da ogni trauma, da ogni tipo di dolore. Federico, nel desiderio di dimenticare quello che ha vissuto si adagia nella casa della sua compagna, insabbiandosi in un torpore morale che lo annulla. Ma dopo un incontro di Ferderico con il padre tutta la situazione cambia. Federico torna nella sua Parma, lasciando Giovanna.