Piacenza - Bobbio
Bobbio, la Val Trebbia e Piacenza ben si prestano a tracciare un itinerario sui luoghi della cinematografia di Marco Bellocchio, a partire da Abbasso il zio (1961), uno dei primi cortometraggi, e I pugni in tasca (1965), primo lungometraggio girato a 28 anni, fino a Sorelle Mai (2010) e il Bobbio Film Festival.
Intervistato sulla scelta delle location emiliane per I pugni in tasca, Bellocchio sottolinea le esigenze di ordine pratico che hanno portato all'utilizzo di risorse private, in modo da ridurre al massimo i costi: la villa della madre a Bobbio, dove vengono girati buona parte degli interni, la città stessa e gli abitanti di Bobbio, che si prestano a dare generosamente il loro contributo. Ma se a partire da I pugni in tasca la provincia trova un deciso rifiuto, come condizione archetipica di un mondo chiuso, generatore di mostri (la famiglia, il palazzo, il collegio), parallelamente emerge nella filmografia piacentina un lato di esplorazione profonda legato alle radici familiari e territoriali del regista.
LE TAPPE PRINCIPALI
San Salvatore
Strada statale 45 di Val Trebbia - Bobbio
Nel 1965, con I pugni in tasca, Bellocchio è il primo a maledire le origini e la provincia cattolica e borghese, presagendo, insieme a La Cina è vicina (1967), i tempi della contestazione giovanile del '68.
È poco fuori da Bobbio, a San Salvatore, il punto sulla strada in cui il giovane protagonista de I pugni in tasca compie il suo progetto matricida, già preannunciato al fratello: “Alla curva di Barberino me li porto giù tutti e tre nella scarpata”.
Nei dintorni di Bobbio si trova anche la casa, set principale de I pugni in tasca, successivamente ripresa con Sorelle Mai assieme ad altre sequenze (Ale sul campanile, la famiglia al cimitero).
Il territorio bobbiese e il fiume Trebbia sono poi dominanti in Vacanze in Val Trebbia, film interpretato dallo stesso regista assieme alla moglie Gisella Burinato e al figlio Piergiorgio Bellocchio, in cui vengono messi in scena i conflitti familiari e il complicato rapporto con le radici e il passato.
Ponte Gobbo
Bobbio
L'ingresso a Bobbio dal Ponte Gobbo, simbolo della città, compare tutte le volte che Bellocchio gira in questa località: ne I pugni in tasca, quando i fratelli Alessandro e Augusto vanno in macchina a Bobbio, in Sorelle Mai, quando Elena percorre il ponte assieme ad altri ragazzini e nella sequenza finale di Vacanze in Val Trebbia in cui il bimbo nudo corre verso Bobbio.
Duomo
Piazza del Duomo - Bobbio
C'è una sequenza particolarmente significativa de I pugni in tasca, poi ripresa in Sorelle Mai, in cui Sandro, recatosi nel centro del paese, va sul campanile e mentre guarda di sotto, tra i commenti aspri e sussurrati - “è il Sandro della Villa, là sono tutti ammalati” - sentiamo la citazione dai Canti di Leopardi: “Che l'età verde sarei dannato a consumare in questo natio borgo selvaggio”.
Sandro entra poi nel Duomo dopo essere stato con una prostituta.
Abbazia di San Colombano
Piazza San Colombano - Bobbio
È davanti alla Chiesa di San Colombano che nel film Sorelle Mai Elena, la madre e le zie assistono all'opera verdiana Il Trovatore.
Cimitero Monumentale
Cognolo - Bobbio
Assieme alla casa, il cimitero è il luogo chiave del film I pugni in tasca. Il giorno dei morti solitamente la famiglia si reca al cimitero ed è in questa occasione che Sandro progetta di liberarsi dei suoi congiunti. La sequenza della visita al cimitero viene poi ripresa e rimessa in scena in Sorelle Mai.
Palazzo Anguissola di Cimafava Rocca
Via Pietro Giordani, 2 - Piacenza
Gli interni del Palazzo Anguissola Rocca sono una delle location utilizzate per la messa in scena dell'opera verdiana in ...addio del passato... (2002), film commissionato dal comune di Piacenza per rivendicare la piacentinità di Verdi.
Teatro Municipale
Via Giuseppe Verdi, 41 - Piacenza
...addio del passato... (il titolo rimanda al terzo atto de La Traviata) viene girato in parte all'interno del Teatro Municipale di Piacenza, anche coproduttore del film.
Cooperativa Popolare Infrangibile
Via Alessandria, 16 - Piacenza
Con ...addio del passato... Bellocchio, attraverso la lente verdiana, descrive anche un affresco più popolare di Piacenza città, e alla Traviata si sovrappongono i cori della Cooperativa Infrangibile.