Il neorealismo
1943. Con Ossessione Luchino Visconti scuote il mondo languente della cinematografia fascista dando il via al movimento cinematografico che più a lungo ha influenzato il cinema e le arti di tutto il mondo: il neorealismo. Girato nelle zone rurali tra Ferrara e il Po, Ossessione è il manifesto di un cinema che si rinnova aprendosi al racconto della realtà sociale.
Vertice di questa stagione è Paisà (1946) di Roberto Rossellini, in cui è ancora il Po protagonista con il forte episodio finale ambientato tra le paludi del Delta. La pianura ravennate è il terreno di scontro tra le cooperative di braccianti e i proprietari terrieri di Caccia tragica (1947), l’esordio alla regia di Giuseppe De Santis. Tra gli sceneggiatori del film figura Cesare Zavattini, uno dei padri ispiratori del rinnovamento neorealista, autore di Sciuscià, Ladri di biciclette e altri capolavori di Vittorio De Sica, originario di Luzzara, nella Bassa reggiana.
Ossessione, tanto per il contenuto quanto per lo stile, aveva provocato una specie di choc, soprattutto perché in quel momento nessuno avrebbe voluto o potuto abbordare temi di quel genere. Credo, anche se è difficile dirlo, che tutta la produzione che seguì sia stata influenzata da Ossessione.
Luchino Visconti
Neorealismo significa fame di realtà, ossia fame di conoscere il momento che viviamo in un modo sempre più diretto e immediato.
Cesare Zavattini