SCHEDA DEL FILM
Il mestiere delle armi
REGIA: Ermanno Olmi
ANNO: 2001
Dopo un silenzio durato sette anni, con Il mestiere delle armi Olmi torna sulle scene in grande stile, spiazzando con un salto all'indietro
nella storia medievale che, a prima vista, non pareva nelle sue corde. Vince appieno la scommessa e mantiene fede alla complessità morale
che il suo cinema ha sempre cercato di sondare. 1952: Giovanni dalle Bande Nere difende il papa dai lanzichenecchi di Carlo V e dalle trame
delle corti di Ferrara e Mantova. La riflessione sulle patologie della guerra e sulla dignità del morire si avvinghiano a quadri di folgorante forza compositiva e consapevolezza pittorica.
Rigore e naturalezza. Il cinema di Ermanno Olmi potrebbe limitarsi a queste due parole. Il mestiere delle armi ci restituisce un maestro in stato di grazia, ovvero nel momento espressivamente più alto forse dell’intera carriera. Novembre 1526: nella pianura padana, intorno a Ferrara, Giovanni dalle Bande Nere combatte contro i Lanzichenecchi di Carlo V, intenzionati a impiccare il Papa. Il castello è quello di Alfonso
d’Este. Il condottiero lotta, si ferisce, ama (un’adultera nobildonna di Mantova). È esperto nell’arma bianca. Viene introdotto all’uso delle
armi da fuoco. E muore giovane. Il rigore è quello che impedisce alla storia di diventare, in questo film come invece in tanti altri, un repertorio di avvenimenti fumettistici, e che richiede allo spettatore di accogliere la lunga riflessione sulla modernità, sulle radici della società “della
guerra”. La naturalezza, al contrario, è quella che permette a Olmi di ottenere un cinema potente e non artificioso, che non teme la dimensione spettacolare anche se calata all’interno di una versione mesta e plumbea del mondo. Il film è intessuto di momenti aspri e dolci. Ci ricorda che il cinema è fatto anche di silenzi e suoni naturali. Certo, Bresson e Bergman sono modelli, ma più di tutti Olmi è modello a se stesso. Il direttore della fotografia, Fabio Olmi, ottiene luci taglienti e aria densa, i volti degli attori – Hristo Jivkov e Sandra Ceccarelli – imprimono la memoria. “ Il mestiere delle armi celebra la transitorietà dell’esistere e, insieme, la fiducia nel cinema e nella sua capacità di rivelazione. Le cose sono là. Così gli uomini, le guerre, le armi, le armature. È il cinema che le (e li) rivela. È la luce del cinema che le (e li) fa rivivere. Rimettendo in moto il tempo che inevitabilmente si ferma” (Gianni Canova).
AMBIENTAZIONI
- Ferrara
REGIA Ermanno Olmi
ANNO 2001
DURATA 104'
COSTUMI Francesca Sartori
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA Fabio Olmi
MONTAGGIO Paolo Cottignola
MUSICA Fabio Vacchi
PRODUTTORE Alessandro Calosci
SCENEGGIATURA
Ermanno Olmi
SCENOGRAFIA Luigi Marchione
INTERPRETI
Hristo Jivkov, Sergio Grammatico, Dimitar Ratchkov, Fabio Giubbani, Sasa Vulicevic, Dessy Tenekedjieva, Sandra Ceccarelli, Giancarlo Belelli, Paolo Magagna, Nikolaus Moras, Claudio Tombini, Aldo Toscano, Vittorio Corcelli, Franco Palmieri
GENERE
Fiction