Don Camillo e l'onorevole Peppone
Bassa emiliana, primi anni Cinquanta. Peppone, baffuto sindaco di Brescello, si candida come deputato nelle liste del Fronte Popolare. Per il parroco don Camillo la decisione dell'amico-rivale è inconcepibile, così cerca di ostacolarlo in ogni modo, anche se poi si mostra disponibile (non del tutto disinteressatamente) ad aiutarlo nel sostenere l'esame di quinta elementare, requisito indispensabile per la candidatura. La campagna elettorale si rivela accesissima e Peppone ha bisogno di un solido appoggio, che trova nell'energica militante Clotilde, procace segretaria della federazione inviata appositamente dalla direzione del partito. Fra i due nasce una certa complicità che ovviamente fa infuriare la moglie del sindaco, ma penserà don Camillo a vigilare costantemente sull'integrità morale dell'eterno rivale. Segue la consueta serie di esilaranti battibecchi che caratterizza il burrascoso (ma in fondo benevolo) rapporto fra i due avversari, fino all'improvvisa svolta finale.